Il Conte Camillo Benso di Cavour nacque a Torino il 10 agosto 1810 durante la signoria francese.I suoi nomi di battesimo: Camillo Paolo si devono precisamente ad un atto di omaggio al Principe Camillo Borghese e alla sua bellissima sposa Principessa Paolina Bonaparte, che gli furono padrini alla fonte battesimale. La Restaurazione quando ancora egli era fanciullo, ma non gli impedì lo svolgimento tranquillo della sua vita, della sua attività intellettuale, anzi,quel rimescolio politico che seguì a tutti i grandi avvenimenti che in quel tempo si svolgevano, creò in lui l’abitudine alla osservazione dei grandi fatti, e allargò nel suo cuore già così sensibile, la potenzialità di concepire cose immense.
Mi cimento anche io con un'opera in piemontese del sublime musicista Brofferio. Tema : La focaccia.
LA FOGASSA Carolin-a òh che allegria Finalment, chi lo diria Finalment son Re dcomi Ma j'è d'coi ch'am ciamo già Com diau sestu maestà? A j'è d'che fè la grimassa... pr'fetta d'la fogassa.
Iì politich a n'insegno ch'à l'han tuti coi ch'a regno Un quaich titol, un quaich drit Drit divin, d'sucession Drit d'acquist, drit d'elession, E mi'l drit ch'i l'eu sta seira A l'è col dla fava neira
Ma da già ch'j eu na coron-a, E ch'ì ten-o un scetro an man , Venta ch'j ordina e i dispon-a Second l'uso dij sovran. Dnans al mond veui nen passè Pr're d'gis ò un re d'pape, In virtu dla certa scienssa I comando in conseguenssa.
Sin dall’ antichità, il rapporto tra uomo e cavallo ha conservato un ruolo preminente nel sostenere le attività del Cavaliere. Un ruolo che cominciò ad incrinarsi con l’avvento della carrozza. Il cavallo diventa un elemento utile al traino sottraendosi in parte alla originale funzione di trasporto dell’uomo. Da documenti di archivio i primi cocchi vennero costruiti nella seconda metà del secolo XV nella città ungherese di Kotze diffondendosi rapidamente in diversi Paesi europei Italia, Germania e in Francia In Italia il cocchio fu introdotto dal Cardinal Ippolito d’Este, Arcivescovo della città di Esztergom (Ungheria) che tornando nella natia Ferrara venne con al seguito alcune “Caretere organesche” dette “cozo” o“coze”.
In una società medievale, carnivora dedita alle più sfrenate abbuffate, i cavalieri templari di distinsero per l'adozione di un tipo di alimentazione equilibrata e sana che nutriva senza appesantire che li manteneva in forma. I primi di essi, giunti in Terrasanta agli albori dell'ordine, dovettero abituarsi a convivere con un ambiente decisamente diverso da cui provenivano. Il clima, le malattie sconosciute rappresentavano i veri problemi. Dovettero quindi adattarsi, i particolare rispetto l'alimentazione. Abolirono i grassi, l'uso esagerato delle carni e della selvaggina abolendo la caccia. Venne anche dispensato l'uso esagerato del vino.
Si erano determinate le condizioni per compiere il difficile passo , si ufficializzava la convivenza tra il Principe Vittorio Emanuele e quella che il Bazzetta (storico dell’epoca) definirà una specie di clandestina della storia - la Rosa Vercellana. Per definizione, la Bella Rosina, donna venuta dal popolo, rimasta popolana alle soglie della Reggia dominò i sensi ed il cuore del Duca Vittorio Emanuele sono, dopo la guerra incomparabilmente superiori. Una salda amicizia lo lega all’imperatore francese.
Elogio religioso della Regina madre Margherita di Savoia alla memoria del compianto marito ucciso da Bresci nel "Vil Attentato del 29 luglio 1900" . " O Signore - Egli non fece che del bene in questo mondo, non ebbe rancore contro alcuno, perdonò sempre a chi gli fece del male, sacrificò tutta la vita al dovere e al bene della Patria e fino all'ultimo respirò si si studiò di adempiere la missione, Gli avevate affidato nel mondo, - per quel suo sangue vermiglio, che sgorgò da tre ferite, per la morte crudele che coronò tutta una vita di bontà e di giustizia, o Signore pietoso e giusto, riceveteLo nelle Vostre braccia e dategli il premio eterno delle Sue virtù. amen".
Moglie di Vittorio Emanuele II ( n.1822 – m 1855). Figlia dell’Arciduca d’Austria Ranieri, vicerè del Lombardo – Veneto e di Maria Elisabetta Francesca, sorella di Carlo Alberto. Maria Adelaide di Lorena, destinata ad essere prima Regina d’Italia, nacque a Milano, il 3 giugno 1822. Fu educata molto religiosamente, e come principessa assai devotaalla chiesa non si trovò certo a disagio nella corte di Carlo Alberto, a Torino quando nell’ aprile del 1842 vi giunse sposa del cugino Vittorio Emanuele. “Ella aveva, scrive un suo biografo un sorriso soave, immutabile la mitezza,incomparabile la bontà, ma non aveva il brio e la vivacità che, come suono di fanfara, destavano tutto e tutti sui passi di sua madre, la vice – regina Elisabetta, scacciando ogni malinconia ed ogni misantropia.
“Fare bene e fare sul serio” – sin dall’ inizio Margherita di Savoia dimostrò il suo impegno, diventando la moglie del Principe Ereditario, Umberto, del quale era cugina. Figlia di Ferdinando, duca di Genova secondogenito di Carlo Alberto e della principessa Elisabetta di Sassonia, Margherita, nel gennaio del 1868, in una giornata nella quale, secondo le cronache, Torino era ammantata di neve, ricevette la richiesta di matrimonio,direttamente dal Principe Umberto, senza intermediari: niente fino ad allora avrebbe fatto supporre le nozze tra i due cugini, tanto la preparazione tra la madre, Elisabetta e Vittorio Emanuele II era stata discreta. Margherita accettò con lo slancio ed entusiasmo dei suoi 17 anni e seppe, fin dal primo momento, essere all’ altezza della situazione.
Nel governo di Casa Savoia il sentimento della disciplina: per il poco che ho sottolineato forse sono riuscito a dimostrare che il Governo di Casa Savoia fu generalmente informato ad un quasi assoluto dispotismo, tanto più assoluto quanto più indaghiamo verso il passato. Importanti città che godettero di floridezza e libertà, quando furono afferrate dagli artigli Savoiardi dovettero subire e sottostare al loro giogo. Tutto ciò veniva definita una specie di “dedizione volontaria”. Le divisioni tra una città e l’altra indubbiamente favorivano l’adeguamento a queste regole pur di non darla vinta ai rivali.
La caccia nel ‘600/’700: l’attività venatoria ha rappresentato nel corso dei secoli il passatempo preferito della maggior parte delle Corti principesche europee. Nata con l’esigenza generale di approvvigionare le mense dell’uomo primitivo con cibi ad alto contenuto energetico e, più tardi , quelle dei Signori anche con rarità e prelibatezze, la caccia si è trasformata profondamente nel corso dei secoli, fino a diventare il principale loisir dell’aristocrazia.Veniva inoltre praticata per esibire forza e destrezza fisica.